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Serra de’ Conti è un centro che sorge su una cresta collinare lungo la valle del fiume Misa.
Ha mantenuto intatto l’impianto urbanistico medievale, con la sua cinta di mura esterne, munita ancora oggi di dieci torrioni e di una monumentale porta fortificata.
La sua disposizione è diversa rispetto al resto dei paesi limitrofi medievali: il paese infatti non è arroccato in cima a un colle ma digrada, tra le abitazioni a schiera, i vicoli e le piazzette, in linee parallele lungo il versante della collina.
Esso è delimitato a sud del castello da piazza Leopardi nella cui area, nel 1200, si svolgeva l’importante Fiera di S. Lucia, che prendeva il nome dall’antica pieve ora distrutta.
Il monumentale edificio sulla destra, inserito in una struttura fortificata dei secoli XV-XVI è il monastero di S. Maria Maddalena.
Costruito nel 1600 sulla base di un modesto edificio del 1330, il convento ospita al suo interno un refettorio ligneo intagliato del XVI secolo, varie tele dei secoli XVII-XVIII e una ricca collezione di utensili artigianali legati alla vita monastica, che sono stati ora ordinati nel Museo delle arti monastiche “Le stanze del tempo sospeso”.
Superata l’antica Porta S. Lucia, costeggiando sulla destra Il monastero, si giunge al portale della chiesa di S. Maria Maddalena.

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Antistante alla chiesa, in stile neoclassico, si trova l’attuale Palazzo Comunale, che prima delle soppressioni post unitarie fungeva da educandato del monastero.
Nella sede comunale si può ammirare sulla volta della Sala Consiliare il ciclo pittorico realizzato dal Maestro Bruno d’Arcevia: consiste in una serie di allegorie che hanno come tema centrale Serra de’ Conti.

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Il complesso del Palazzo Comunale (con accesso il via Armellini), ospita il citato Museo delle Arti Monastiche (www.museoartimonastiche.it) che raccoglie in ambienti di grande suggestione i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino monastero di S. Maria Maddalena. Armadi, cassapanche, telai, arredi ed oggetti che scandivano la quotidianità dell’impegno delle monache nella cucina, nella spezieria, nel lavoriero.
Rara e consistente la dotazione di utensili per la filatura, tessitura, ricamo, tintura delle stoffe, realizzazione dei merletti a tombolo, ceroplastica, confezionamento di fiori di seta.
Uno stimolante percorso teatrale con cuffie immerge i visitatori in un immaginario e coinvolgente viaggio nelle stanze della clausura.
Proseguendo per via Garibaldi, si incontra la cinquecentesca Chiesa di S. Croce. Più avanti, sulla destra si trova il pittoresco vicolo Cafoscolo e sulla sinistra si erge il palazzo gentilizio Honorati.
La via sfocia nel piazzale del Girone, sulla sinistra è presente l’edificio del monastero femminile di S. Carlo Borromeo, costruito a più fasi, a partire dal 1600 accorpando alcune costruzioni medioevali.
Retroscendendo dal piazzale, una scalinata sulla destra conduce alla Chiesa di S. Michele, edificata nel 1290 dai benedettini dell’Abbazia di Sitria.
L’impianto romanico dell’edificio contrasta in maniera suggestiva con gli elementi gotici delle monofore, del portale e dei tabernacoli del ‘400.

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Scendendo per corso Roma si incontra sulla destra la scalinata che conduce alla porta della Croce, una delle più significative testimonianze di architettura militare tre-quattrocentesca.
Attualmente nella lunetta della porta, si può ammirare la recente “Deposizione di Gesù dalla Croce”, realizzata dal pittore Bruno d’Arcevia.
Salendo la scalinata e girando a destra sotto un arco medioevale si può accedere a un belvedere ricavato su un bastione delle mura dopo il crollo degli edifici soprastanti.
Si risale da qui alla piazza del comune sovrastata dalla torre civica costruita alla fine del secolo scorso.
Oltre le mura, scendendo da piazza IV Novembre (il cosiddetto Girone) si può ammirare la chiesa parrocchiale di S. Maria de Abbatissis, che ha una cappella dedicata al culto del beato Gherardo, monaco benedettino vissuto a cavallo dei secoli XIII-XIV e patrono del paese.

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